Qualche consiglio per gli imprenditori che vogliono creare la propria presenza online

Nello scorso articolo abbiamo parlato di un argomento fondamentale: Perché un imprenditore dovrebbe voler digitalizzare il proprio business.

Prima di procedere nella lettura di questo articolo ti consiglio di darci un’ occhiata (il link è qui sopra), dato che oggi tratteremo il seguito ideale di quel post:

COME digitalizzare il proprio business?

E, per chi arriverà a leggere in fondo, parleremo anche del QUANDO sia il momento di muoversi. Consideratelo una ricompensa per aver letto tutto l’articolo.

a. Tante opzioni, tutte corrette

Già.

Purtroppo non c’è molto di positivo nel titolo del paragrafo.

Perché?

Perché significa che, quando ci si siede al tavolo per scrivere una strategia o informarsi sulle varie metodologie, dobbiamo prenderle in considerazione TUTTE.

Non si può sapere a priori cosa funzionerà o cosa no.

E-commerce? Blog? Facebook? Sito web mono-pagina? Instagram? Linkedin?

Capite già da questa serie di opzioni che la strada è accidentata, ma, con impegno e un po’ di coraggio (ma se siete imprenditori… probabilmente ne avrete una bella scorta), si riuscirà a trovare lo stile di comunicazione digitale più adatto a noi.

Attenzione! Non significa che dobbiate per forza abbandonare il sistema offline, fatto di cartelloni, brochure, biglietti da visita, etc… ma più semplicemente che, grazie ad internet, avete un’alternativa. Perché non considerarla? Attenzione!

Nel nostro ufficio alla Gem Communication (per chi fosse arrivato qui senza sapere chi siamo, visiti la nostra pagina per saperne di più!) amiamo ripetere che:

“lavoriamo al fianco delle aziende per costruire in modo sartoriale la loro comunicazione”

Cioè? 

Come avrete intuito, significa che ogni azienda e imprenditore ha il suo stile, che non va snaturato quando ci troviamo su internet. Ogni persona e azienda (d’altronde sono formate da… persone) è unica e, di conseguenza, anche il proprio modo di parlare, di presentarsi, di comunicare è… unico.

Ed è per questo che tutte le alternative restano valide. Perché bisogna valutare caso per caso, azienda per azienda.

b. Il metodo “trial and error”

Scusate l’inglesismo, ma in questo caso era necessario. Ma, per chi non conoscesse il significato, glielo spiego subito:

“prova e sbaglia”

No, non è uno scherzo, funziona proprio così.

Diffidate da chi, fin da subito, senza nemmeno sapere di cosa vi occupiate nella vita, vi propone la soluzione “riscaldata”, già pronta per l’uso.

La vostra azienda potrebbe avere bisogno di qualcosa di diverso. Ma la vera problematica di questo approcio è: “Ma se sbagliamo?” “Se ci rendiamo conto che i miei potenziali clienti vogliono un altro genere di articoli sul mio blog?” “Se anziché leggere preferiscono un video?”

A queste domande si può rispondere solo dopo aver cominciato, dopo aver visto i numeri e le statistiche. In questo modo le decisioni vengono prese in modo razionale e si può avere una base numerica su cui ragionare.

“Le statistiche sono noiose quanto utili.”

Perché senza di queste non ci si può muovere. Ecco perché Google Analytics ha così successo.

Ma prima di analizzare i “Data”, dobbiamo raccoglierli, no?

Per questo nel digital serve un pizzico di coraggio. Perché solo provando possiamo sapere se una strategia avrà successo o meno.

E, eventualmente, sapremo se è necessario “aggiustare il tiro”.

E dopo questa premessa sulla comunicazione e sul metodo, siamo pronti per entrare nel cuore dell’articolo.

c. COME mi digitalizzo?

Non ci resta che partire. Qui di seguito elencheremo alcune dei principali strumenti per digitalizzare il proprio business.

1. E-commerce

Uno dei metodi più diffusi per digitalizzare il proprio business è integrare il proprio negozio offline con uno online: il sito e-commerce. Sogno proibito di molti imprenditori, nella realtà richiede un investimento iniziale più alto, data la sua complessità nel crearne uno gestirlo in modo efficace.

Infatti, non basta caricare i prodotti presenti in magazzino, ma per ciascuno di essi bisogna scrivere una corposa descrizione ed elencare tutte le caratteristiche: le parole scritte prendono il posto del commesso in negozio e, siccome le persone non possono parlare direttamente con voi o i vostri dipendenti, cercano di capire autonomamente se il prodotto fa al caso loro oppure no. Ecco l’importanza, più che sulla quantità dei prodotti, sulla qualità delle descrizioni.

2. Landing page di acquisto

Quando pensiamo agli acquisti online, pensiamo agli e-commerce (come sopra) e quindi a enormi cataloghi di prodotti. Non è sempre così. Per alcuni imprenditori, magari con aziende monoprodotto o monoservizio, un intero e-commerce sarebbe uno spreco di risorse. Facciamo un esempio: Se io vendo una singola maglietta, mi serve davvero una struttura complessa? No. Basta una buona pagina di atterraggio (landing page) e un sistema affidabile e sicuro di pagamento.

Naturalmente, se ciò che vogliamo vendere cresce di numero, allora bisogna necessariamente passare tramite e-commerce.

3. Sito web mono-pagina

Il sito web più semplice. Lo scopo? Una semplice vetrina che, in una lunga pagina (anziché in 4 o 5) riassuma e mostri i servizi principali, l’attività, il luogo e un form per essere contattati.

Un sito che funziona bene se, avendo a disposizione un budget più contenuto, non si vuole investire troppo sul digital ma, semplicemente, far sapere ai clienti, potenziali e attuali, che si ha un sito per poter trovare informazioni e contatti.

4. Sito web “classico”

Uso questo termine generico per poter comprendere la maggior parte dei siti web. A differenza di quello precedente, abbiamo molte più pagine e lo spazio dedicato ad ogni informazione è maggiore, molto spesso comprensivo anche di un blog. Adatto per la maggior parte delle aziende, è il più versatile ed aggiungere o togliere un elemento risulta più semplice, dato che basta cancellare la pagina o nasconderla.

È il primo punto di partenza per tutti quegli imprenditori che decideranno di investire tramite Google AdWords (ex Google Ads), ossia le campagne a pagamento.

Il nostro sito, Gemcommunication, è un buon esempio di questa tipologia di sito.

5. Social

Un altro metodo per digitalizzare la propria azienda è passare tramite i canali social. Senza soffermarci troppo sul funzionamento della singola piattaforma, parliamo delle principali caratteristiche.

Uno dei grossi vantaggi è che non è necessario pagare per iscriversi o per poter postare contenuti. Ovvio, ad un certo punto per crescere sarà necessario investire anche risorse economiche, ma se non si hanno grosse pretese sono uno strumento ottimo per poter aggiornare, restare in contatto e dialogare con i propri utenti. A questo si aggiunge la possibilità di ottenere recensioni e inserire maggiori informazioni sulla propria attività.

In più, grazie alle funzionalità delle chat, è possibile automatizzare le conversazioni con i propri utenti, fornendo a loro un servizio immediato e completo; mentre a voi di evitare di dover passare la giornata rispondendo a chi richiede informazioni.

6. Email

Non necessariamente bisogna creare profili o siti web, a volte è sufficiente chiedere la mail dei propri clienti per digitalizzare il proprio business.

Avere la mail di persone interessate (se non lo fossero, perché vi hanno lasciato la mail?) è un ottimo mezzo per restare in contatto con loro. Esistono molti software che permettono di creare e gestire le newsletter e creare modelli di mail da poter riutilizzare (evitandoci fatiche inutili ogni volta), in modo tale che possiamo avvertire direttamente gli iscritti di promozioni, eventi, sconti oppure dare loro contenuti di valore, “ricompensandoli” per averci dato fiducia al momento dell’iscrizione.

Generalmente l’email marketing viene accompagnato da un sito web o da una pagina social, dato che in questo modo si evita di dover raccogliere manualmente i singoli indirizzi ma, con un semplice form, potremo automatizzare il processo.

7. Mix dei precedenti

A parte qualche eccezione (se ho un sito mono-pagina non avrò un sito web “classico”) tutti i casi precedenti non sono ad esclusione ma complementari.

Vi dirò di più, è caldamente consigliato utilizzarne più di uno.

Per esempio si potrebbe partire da un sito web, mantenendo aggiornato il proprio blog e condividendo gli articoli su Facebook. Nel frattempo su Instagram si potrebbero postare le foto dell’attività e sponsorizzare i nostri prodotti dell’e-commerce. Poi, dopo l’acquisto, potremmo chiedere di iscriversi alla newsletter per poter avere dei contenuti o sconti esclusivi.

Vedete? Ogni azienda ha a disposizione gli stessi strumenti ma è la strategia e come viene messa in pratica a stabilire chi ha una comunicazione di successo.

E, di nuovo, ogni azienda avrà un mix diverso dall’ altra, anche se sono concorrenti diretti, perché potrebbero decidere di muoversi in due strade completamente opposte.

Ah, una precisazione conclusiva.

Non servono necessariamente enormi budget. Serve un budget adeguato agli obiettivi da raggiungere (se voglio comprare una Ferrari non potrò farlo allo stesso prezzo di acquisto di un’utilitaria qualunque), ma non eccessivo.

Non è una guerra a chi ha più munizioni (ossia soldi da spendere) ma a chi li spende meglio, ottimizzando e lavorando al meglio delle proprie possibilità, anche in piccolo.

A volte basta un buon piano e una buona realizzazione.

Null’altro.

Prima di avviarci alla conclusione, come promesso, ecco il contenuto bonus.

d. Quando digitalizzarsi?

Un altro bel quesito. Abbiamo la strategia, il budget adeguato, le persone che si occuperanno la nostra comunicazione ma… Quando si parte?

Il timing (il momento) è un fattore molto importante. L’idea è di partire il prima possibile, magari con una pagina Facebook, dato che si può creare in pochi minuti, e successivamente creare il sito.

Ma prima possibile non vuol dire “Di Fretta“. Se vogliamo un sito velocemente o siamo disposti a pagare molto oppure dovremo accontentarci che questo non sia ben fatto o poco ragionato.

È meglio arrivare online una/due settimane dopo, ma consapevoli che il sito sia funzionante, controllato e ottimizzato per la SEO. In questo modo non saranno necessarie mille modifiche, che confonderanno gli utenti (che potrebbero chiedersi: Perché il sito continua a cambiare?) e i motori di ricerca (soprattutto in caso di grandi modifiche). Molto meglio stabilire una tabella di marcia che inizi il prima possibile, ma che permetta di svolgere un lavoro di qualità.

Il sito sarà online MA NON saranno necessarie modifiche o grosse rifiniture.

Anche per l’imprenditore, è preferibile come approccio: Sa che quando il sito si troverà online potrà cominciare a parlarne in negozio o condividendolo sui social, senza il timore di ritrovarsi uno strumento poco efficace e che subisce continuamente modifiche.

“Andare online presto, ma con qualità”

e. Conclusioni

Ricapitolando:

Abbiamo parlato del PERCHÈ per un imprenditore sia importante digitalizzarsi, di quali sono i principali motivi per cui bisogna lavorare sulla propria presenza online (questo nello scorso articolo).

Poi, con oggi, abbiamo visto qualche strategia sul COME sia possibile trasferire e lavorare sul proprio business tramite internet, di quali canali usare e del mix tra di essi. Poi abbiamo parlato di budget, perché a volte troppe risorse economiche rischino di essere sprecate.

Infine, per non farci mancare nulla, abbiamo dedicato uno spazio anche al QUANDO sia il momento di costruire la propria presenza online.

Non resta, perciò, null’altro da dire, se non che ci vediamo in un prossimo articolo e, nel frattempo, potete dare un’occhiata al nostro blog (dove potete trovare i contenuti adatti per chi cerca informazioni sul web marketing e su ciò che si collega ad esso).

Per maggiori informazioni, invece, potete cliccare sul tasto qui sotto.

Adesso è davvero tutto,

Alla prossima!