Il brand: il pilastro della tua comunicazione

Non è la prima volta che parliamo di quest’argomento sul nostro blog della GEM. E no, non è perché siamo a corto di argomenti (il marketing è in continua evoluzione ci sono sempre nuovi spunti di riflessione…) ma piuttosto per la sua importanza.

Il brand non è solo importante – è fondamentale per un’azienda (o libero professionista) che vuole intraprendere un percorso di comunicazione.

Un esempio concreto di brand

Immagina di voler produrre un’alternativa alla bibita “Coca-Cola” o “Pepsi” e vorresti proporla al mercato il prima possibile.

Così, dopo aver creato l’azienda e il prodotto, decidi di farti conoscere per pubblicizzare la tua invenzione. Così, ti sponsorizzi online ed offline. Dopo qualche tempo, però, ti rendi conto che le persone sono diffidenti e hanno dei dubbi sulla qualità della tua bibita.

Ma è davvero sana?”

Come mai ha lo stesso prezzo di Coca-Cola e Pepsi?

Perché dovrei bere la tua bibita, anziché la solita”

E così via.

Fatichi molto di più ad ottenere il risultato: vendere una bottiglia.

Immagino che tu ora stia pensando: “Vabbé, ma loro sono dei colossi… Sono sul mercato da ormai decenni… Fanno pubblicità ovunque… Sponsorizzano eventi, fanno pubblicità sui social… Di che parliamo? Non c’è paragone!”

Certo, questo era un esempio estremo ma è servito per iniziare a farti ragionare sul brand, ossia:

Tutti quegli elementi tangibili e intangibili che sono associati ad un’azienda (o professionista) e che contribuiscono a creare la sua notorietà presso il suo target.

Eh?

Hai ragione – questo era una definizione accademica che, buttata lì senza commento, non ha un grande valore. Proviamo a renderla più “masticabile” e interessante per il nostro argomento.

Partiamo dall’inizio:

“Elementi tangibili e intangibili che sono associati ad un’azienda (o professionista)”

Volantini, pubblicità, opinioni degli amici, video Youtube, Facebook, Google, recensioni… La lista potrebbe continuare a lungo, ma ciò che conta è il principio dietro alla lista: si parla della tua azienda? Allora fa parte di questi elementi che contribuiscono a creare la…

“Notorietà presso il suo target”

Partiamo dal target: è un concetto che abbiamo approfondito in quest’articolo (recuperalo qui!) e in parte, evoluto (con il concetto di buyer persona, di cui trovi un articolo dedicato qui).

Infatti, non si può essere conosciuti da tutti (salvo casi eccezionali). Perciò, meglio concentrarsi sul proprio target, ossia il pubblico che potrebbe acquistare da noi. La motivazione di fondo è semplice ma per capirla bisogna mettersi nei panni del potenziale cliente.

Perché dovrebbe interessarsi ad un’azienda in un settore di cui non gliene importa nulla?

Se, per esempio, questa persona ama la bicicletta e odia l’auto sarà inutile (per noi concessionaria) cercare di diventare rilevante per lui. Meglio concentrarsi sulle persone che utilizzano l’auto tutti i giorni o che ne sono appassionati.

Uno scambio tra cliente e azienda

Dalla definizione che abbiamo appena analizzato possiamo tracciare un ulteriore elemento di analisi: Il brand non è solo una questione interna, di come l’azienda vede se stessa: conta anche e soprattutto come il cliente la percepisce.

Negli ultimi anni, per darti un esempio, c’è stata molta attenzione sull’argomento ambientale e, per questo motivo, molte aziende hann cambiato il modo in cui raccontavano i loro prodotti. Risultato?

Per alcuni è stato un successo mentre altre sono state accusate di essere “false” e di aver mentito sulla realtà La differenza sta tutta nel come è percepita questo cambiamento di rotta comunicativa da parte delle persone.

Ora, senza voler scomodare gli esempi delle grandi aziende o multinazionali, poniti questa domanda: “Ciò che racconto di me e della mia azienda è percepito come reale dal cliente?”

Per esempio: ti “vanti” di avere un servizio di assistenza h.24 e 7/7 ma non rispondi mai dopo le 22? Potrebbe essere un problema. Non tanto per i nuovi clienti (che non lo sanno) ma per i tuoi attuali, che vedono il tuo messaggio e pensano… “Ma non è vero!”. E parlerebbero negativamente della tua azienda ad amici e conoscenti per evitare che anche loro “caschino in questa fregatura”.

Come risolvere questa situazione?

Il primo passo è, per forza, smettere di pubblicizzare il tuo servizio di assistenza come se fosse davvero h.24 e 7/7: nel lungo periodo finirà solo per danneggiarti, perché i tuoi clienti – già dal primo acquisto – noteranno che non è vero ciò che proponi. E saranno delusi.

Per fortuna, il marketing non è basato solo su regole immutabili – ma c’è anche spazio per la personalizzazione del messaggio (ne abbiamo parlato qui). Il tuo servizio di assistenza non è sempre attivo? Potresti proporlo così:

Il nostro servizio di assistenza ti risponderà entro il quarto squillo” oppure “Parlerai sempre con una persona, non con un robot” o ancora “La persona che ti risponderà è una figura interna alla nostra azienda, formata e preparata sui nostri prodotti“.

E magari, testando e valutando le diverse proposte, noterai che alla persona del tuo servizio h.24 7/7 non importa nulla e si sente più “coccolata” se risponde con una figura interna e non di qualche call center generico.

Ecco, questo è un esempio di scambio azienda – cliente “win-win”: il cliente ha ciò che vuole e tu, azienda, investi i soldi in una comunicazione realmente efficace.

Parla con i tuoi clienti!

A meno che tu non sia una startup che propone un’idea innovativa e quindi “non ha clienti”, ogni azienda ha una sua – più o meno grande – base numerica di persone che già pagano per i tuoi servizi/prodotti. Ecco, parla con loro.

Chiedi il Perché hanno scelto e continuano a scegliere la tua azienda rispetto alla concorrenza. Potresti fare questa domanda mentre stanno acquistando oppure tramite un sondaggio anonimo: l’importante è raccogliere informazioni da parte di chi mantiene il tuo business: Chi meglio di loro sa perché acquistare da te?

Troppo spesso ci si siede al tavolo, si ragiona e si esce con “la risposta”: c’è un problema però. Quella risposta è la TUA – da parte di chi, tutti i giorni, lavora in quel settore.

È lo stesso principio del realizzare dei testi per il proprio sito web che siano comprensibili solo agli addetti ai lavori: i tuoi concorrenti non comprano da te – ma le persone che non sono esperte del tuo settore. Altrimenti, molto probabilmente, se lo farebbero da sé!

Noi della GEM Communication ci occupiamo di comunicazione web e, in questo blog, raccontiamo il “dietro le quinte”, le strategie e l’approccio con i numeri al marketing. Ma non riempiamo i nostri articoli (o video Youtube, sei già iscritto?) di inglesismi o utilizzando termini incomprensibili per chi non è del settore: noi non parliamo alle altre agenzie di comunicazione ma a te – che nella vita quotidiana fai un altro lavoro e sei alla ricerca di qualche informazione in più sul mondo della comunicazione.

Come, per esempio, questo video.

Oppure questo:

Riassumendo…

Oggi abbiamo toccato tanti punti diversi (che sono approfonditi negli articoli specifici, di cui trovi i link sparsi per l’articolo) data la vastità dell’argomento: perciò qui sotto trovi la traccia di ciò che dovresti portarti a casa dopo questa lettura:

  • Il brand è uno dei pilastri della comuncazione aziendale;
  • Si basa sulla tua unicità;
  • La tua unicità deve essere reale e percepita come tale dai clienti;
  • Parla con i tuoi clienti – sono loro che mantengono il tuo business sano (e nessuno meglio di loro sa perché dovresti rimanere sul mercato).

A questo punto, dovresti ragionare sui canali per comunicare in modo efficace con il tuo pubblico e far conoscere la tua attività (Come? Ne abbiamo parlato qui).

Comunicare, specialmente sul web,  è un’attività che richiede oganizzazione e metodo per non lasciarsi sopraffare dalle mode: si elabora una strategia, si esegue e si analizzano i risultati. Ecco il corretto modo di procedere per comunicare sul web.

O almeno, questo è il nostro metodo di lavorare!